lunedì 14 maggio 2018

José María Alvarez

SEI NOTTURNI

I
Se il tuo destino è già scritto
O se il caso ti conduce
Come il vento le foglie,
Che importa.
Tuo è il viaggio e tuoi sono i porti,
Perché nell'ignoranza scegli
E con la tua carne paghi.

II
Un uccello che attraversa
I cieli, l'ombra di una nube
O la luna nel mare,

Così passa l'amore.
E dimenticherai
Come il viaggiatore dimentica.

III
Gli infiniti labirinti
Dell'arte e dell'amore.
Ogni notte ritornano
Questi affanni misteriosi
Inutilmente.
                E poi, il sonno,
Più misterioso ancora,
Ti prende.
Il sole che sorge
Illuminerà un uomo che si domanda
Chi ha scritto quei versi
Che vede sul tavolo, chi ha amato la donna
Che dorme a lui accanto.

IV
L'amore t'invecchia
Come il mare i marinai.

V
Non interrogare il cielo indifferente
E non guardare con timore la tua carne.
Non saprai mai,
Nemmeno quando ti passerà vicino,
Qual è il tuo Destino,
Né quali strani cammini disposero
Ai tuoi piedi gli dèi.

VI
La sola cosa che devi comprendere,
La sola cosa che meriti
La pena che tu comprenda,
È la tua solitudine.

Traduzione di Stefano Arduini

da "Lengua", numero primo e secondo, 1983


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