lunedì 7 maggio 2018

Francesco Dalessandro


DUE POESIE

*

Non c’è ora che ignori chi tu sia o come
tu sia. Ti riconosco nella luce bambina
dell’alba – mentre ancora addormentata
ti penso. Altri no non ti possono cercare
né conoscere: allusioni e pretesti
della vita ti nascondono. Afferrarti seguirti
nel ricordo degli anni dei nomi sarebbe
come perderti. Io no. Ti ho conosciuta
così chiusa al passato alla storia così nuda
d’equivoci senza perdono. E così ti riconosco.
Così mia durante gli anni e nelle incerte
parole di un dialogo interrotto, mille volte
e mille volte ripreso, rimandato senza
chiederti nulla domandando di sbagliare.


*

Ti guardo e vivo dentro mondi
lievi fragili. Il tempo misura
la vita in anni giorni ore minuti
ma un minuto può essere un secolo

una vita un amore. Mi riparano
tetti. No, nubi cieli. Ancora meno,
aria nulla. E non cammino in terra
non calpesto più il suolo ma volo.

La vita è breve e leggera scivola
via senza scie né impronte
e se vuoi condividerla non devi

cercare orme o ricordi ma lievi
ombre le labbra gli occhi il palmo
della tua mano, perché là io vivo.



da Aprile degli anni, Puntoacapo, 2010

1 commento:

  1. belle entrambe le poesie, mi colpisce di più la seconda. Ammirevoli le due quartine finali.

    Un cordiale saluto

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