mercoledì 18 ottobre 2017

Francesco Dalessandro

CALVARIO

Il mio calvario stanotte è cominciato
all’una e due precise: aperti gli occhi
ho letto le cifre della sveglia. Poi nel buio
ho incontrato il tuo volto. La mia mente
era piena del tuo corpo abbandonato
ma che subito sfuggente mi lasciava
immobile e solo, inchiodato a una croce
con un cerchio alla testa, una corona
d’immagini spinose di amore e di morte.

Quando alle sette e mezzo stamattina
ho guardato in giardino, l’erba umida
brillava, un merlo femmina, le piume
lucide, eleganti le movenze, s’è posato
silenzioso e fissandomi ha raccolto
le ali. Eri tu? Eri tu in quella forma
nuova venuta a consolarmi da una notte
trascorsa a morire crocifisso perché la 
tua pietà m’accogliesse stretto in grembo?

(inedita)

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