lunedì 4 settembre 2017

Juan Ruiz

PARLA LEI

1.

«I giorni i mesi: quante le domande
senza risposta! Notti e notti, oscure
d’angoscia e di domande.
Il tuo sonno ne è avvolto.
La mia insonnia ti veglia, sospirando
che qualche notte in sogno
risponderai. Chi sei? Come sei fatto?
Domande immense, queste.
Altre, fugaci e frivole, ti chiedono
cose più lievi. Ma tu non le senti.
Dormi e non dai risposte.
Quando all’alba ritornano è con loro
che mi alzo, con la stessa
volontà di sapere, con l’ansia
di conoscere senza ascoltare
le tue risposte. E ogni giorno
nasce col dubbio, non trova certezze».

2.

«Così mi offrivi il mondo, senza un tempo
certo per te e per me. Tu non parlavi
e il silenzio si nutriva di parole
non dette. Io accoglievo patimento
e desiderio (ma non erano il tuo stesso
desiderio e patimento). Ogni domanda
era un graffio una ferita. Ogni risposta
non data, aceto o sale su quella ferita...».

3.

«Io torno sempre a te,
con la disperazione e il desiderio,
spesso disorientata,
piena di dubbi e rabbia, ma ritorno
sempre a te,
con la stessa violenza
che da te mi allontana.
La testa, diffidente,
chiede di dimenticarti,
di non crederti e prova
a mettermi in guardia,
mi indica strade
più semplici e comode,
ma il cuore non la segue,
va per suo conto,
tira dritto, ti viene
dietro come un cane,
latra alle tue calcagna,
ringhia perfino perché tu ti volga,
ma se lo chiami viene a te
mansueto a mendicare le carezze».

(inedita)

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