venerdì 3 febbraio 2017

Jiří Orten

ALBERI, ANNI

Alberi degli anni, come state?
La prima ed ultima volta, ora
so che solo il pianto vi irrora,
e che siete fatti di legno
perché il fuoco si accenda meglio,
perché i nostri occhi nebbiosi
vi guardino come bruciate,
alberi, alberi annosi!

In voi si rifugiavano fiere,
la gioia in voi mi ha negato
un domatore spietato,
tra voi s’è perso ogni mio avere,
da voi viene l’acqua sorgiva,
da voi l’alba che il giorno avviva,
dentro voi il sole in tramonti sereni,
alberi, anni, di ruggine pieni!

Ah potessi un momento ancora
fissare il cielo dell’aurora,
che comincia a rosseggiare,
e che si celebri il festino,
la libertà mi versi il suo vino,
e il tarlo di un letto non danni
quel che ho tentato di salvare
per ventidue anni!

Traduzione di Giovanni Giudici e Vladimír Mikeš


da La cosa chiamata poesia, Einaudi, 1969

Nessun commento:

Posta un commento