venerdì 25 novembre 2016

Alfonso Gatto

SERA D’ESTATE

Ai miei giorni
la sera stanca e trafelata
con i gradini, il muro d’erba, il mare
e il braccio mesto alla fronte
nel giro degli occhi non accadrà:
presagio di madre, il letto bianco d’estate
nella stanza aperta.

Moriva lungo il braccio
la testa avviata sul tavolo
e, lontani, il mare, la notte fresca di voci,
i cocomeri rossi,
le logge aperte alle famiglie,
sembravano cantati sulle ceste
fin sotto i balconi.

E m’era sonno, a rampe dei suoi lumi,
il villaggio più alto
dietro i carri innalzati del fieno,
come la luna risalita ai monti
dava quiete alle stanze, alla memoria.


da Poesie, Mondadori, 1961

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