TRISTIA,
1
Causa
l’esilio sono qui, all’estremo limite
del
mondo, perché la vecchiaia ti porta
al
margine delle cose tra le quali vivevi.
Prima
della partenza ero uno della razza
di
chi trascorre il tempo però pensando ad altro,
mentre
ora il tempo riempie l’orizzonte:
non
quel che ieri è stato o porterà
il
domani, se quel che è stato è morto
e
quello che verrà non vedrà mai la luce.
Quando
avrà fine? Chiedo solo questo.
La
questione non coinvolge altri che me,
io
che non vivo neanche più tra quelli
che
mi vedono ora come io vedo loro.
Ma
non è “come” la parola giusta:
l’età
ha dato alla vista la propria cecità,
nessun
segno mi dice che il mio posto
è
questo. Io sono l’estremo limite di ciò
che
è stato, oltre non c’è che il mare.
L’immutabile
gelo del Ponto serra tutto.
Ad
esso guardo, non a chi conosco,
sebbene
corpi occasionali passando
in
fretta per strada riescano a catturare
lo
sguardo per il tempo di un’occhiata,
non
è dove vanno loro che andrò io:
mi
volgo indietro all’acqua e sono perso.
Traduzione
di FD
da
The
C. H. Sisson Reader,
Carcanet Press, 2014
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