mercoledì 21 ottobre 2015

Vincenzo Anania

BIBLIOTECA

Posando il libro ho pensato
a quanto in te c'è da leggere.
Quel trillo, per esempio, con la punta
in su, che s'impenna nel tuo riso:
da che grillo o volatile ancestrale?
E la perla di sudore, stamattina
sul crinale fra le alte sopracciglia,
di certo ha un nesso con quelle sui fondali,
con la goccia restia sull'orlo di una nube.
E quante ere, che emersioni, magmi
fino alle conche trasparenti e oscure
dei tuoi occhi latini e preveggenti?

Anche le radici potrei leggere:
di madre in figlia da defunta a sposa
su dal ventre oceanico di Lucy,
su per le strade di ossidiana e rame
dell'ambra e del petrolio, in grotte,
castelli, grattacieli: un cerchio
dopo l'altro dell'albero immane
fino al bel ramo che sei.

Hai il dono raro di parlare
per metafore, ossìmoro incarnato

conciliatrice di opposti,
tu che pretendi passioni caste
e dici amore per morte per infinito vita
e dissertando del Vuoto che invade l'universo
dell'incolmabile solitudine fra i mondi,
ti avvolgi a un dito il filo che ci lega.


da Biblioteca, Zona Editrice, 2007

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