mercoledì 7 ottobre 2015

Raffaela Fazio

A QUALE DISTANZA

*
Credo
contro la comprova
e il suo primato.
Credo nel credere
oltre il risultato.
E se anche non credessi
crederei
nel curare
fino in fondo
le premesse.


*
Non la sprezzare
tienila cara.
Rallenta
quando l’avvisti
            nel suo diverso sembiante
mentre si appresta
            a duttili incombenze
serva e padrona
del tuo stesso guardare.
Ricordala
nel punto esatto in cui l’incontri.
È così bella se non la forzi:
il suo voltarsi
non è inganno
non è promessa.
E quando svolta
è un soffio forse
ad alzarle la gonna
d’organza.
Non la sprezzare
perché è risorgenza
piena di doni:
infine e dapprima
è Apparenza.


*
Sopra la testa
ad altezza di capelli
si posano farfalle
semi canti estivi.
Ma sotto
c’è una terra cava
scura e bella.
Dentro
il fiume ha scavato
in grotte successive
il desiderio
ed è sceso di livello
            (chissà a quale
scorre adesso
e se è là vicino al cuore
o magari
un po’ più in basso).


*
Da bambini è concesso
mischiare dolore a dolore
fare una sola matassa una pasta
su cui lasciare l’impronta delle dita.
Da adulti però è bene usare
le giuste diciture
conoscere le dosi dell’universale
e sugli scaffali più bui
spostare le pene in proporzione
alla loro distanza dal cielo
e a quelle altrui.

(segue)


Da L’arte di cadere, Biblioteca dei Leoni, 2015



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