venerdì 31 luglio 2015

Gérard de Nerval

EL DESDICHADO

Io sono il Tenebroso, – Vedovo, – Sconsolato,
Principe d’Aquitania dalla Torre abolita:
L’unica Stella è morta, – e sul liuto stellato
È impresso il Sole nero della Malinconia.

Nel buio del Sepolcro, Tu che mi consolasti,
A me rendi Posillipo e l’italico mare,
Il fiore prediletto dal cuore desolato,
La pergola che intreccia il Pampine alla Rosa.

Sono Amore o son Febo? ... Lusignano o Birone?
Rossa ho ancora la fronte del bacio della Dama;
Sognai nella Grotta che la Sirena solca...

Due volte vincitore traversai l’Acheronte:
Modulati alternando sulla lira d’Orfeo
Della Santa i sospiri e della Fata i gridi.

Traduzione di Diana Grange Fiori

da Chimere e altre poesie, Einaudi, 1972


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