lunedì 6 luglio 2015

Francesco Dalessandro

ARDO D’AMORE                                                              


Ardo d’amore. D’ora
in poi non potrò più
esser libero. Servo
per sempre di cattiva 
padrona: mi tormenta
con capricci continui mi brucia
un suo sguardo. Arsa pietra
di monte o scoglio esposto
ai venti all’onda: fossi
questo non soffrirei
tanto. Amaro m’è il giorno
che non la vedo
ma ogni ora della notte
è intrisa d’acre fiele se non posso
stringerla, averla. Un nodo
che non s’allenta: 
ecco l’amore avverso
fato.

Cerco invano coi miei
versi di conquistarla.
Non è questo che vuole né così
potrò averla. Non vuole
elegie ma un compenso
da spendere. Di versi
non sa che farne. Meglio
smettere la Poesia cercare doni
diversi: gemme belle
vesti di seta fina perle. L’oro
apre qualunque porta:
le chiavi non funzionano i custodi
fingono di dormire puoi comprare
perfino il cane.


(Imitazione da Tibullo, Corpus tibullianum, II, 4)

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