mercoledì 15 luglio 2015

Domenico Vuoto

TU NON SEI BÉBERT

Tu non sei Bébert, il gatto di Céline, e io non sono Céline
il tragico-ilare viaggiatore dell’interminabile notte del ‘900 
al suo secondo incendio – il cantore dell’umano tracollo.
Li univa, lui e il gatto, la fuga da un castello all’altro, 
la fine di un tempo depravato. Ora l’Europa non è in fiamme, 
vi regna un’inquieta sazietà, un torpore da fatiche digestive,
un altro mondo preme ai suoi confini – vasto – la Storia,   
sai, non si fa più qui, pulsa dove scorre il sangue, il mai 
dismesso esercizio dell’uomo, e in rapidi falò vite e destini 
brucia. Dove ogni cosa varia, si dissolve, si ricompone 
di volta in volta e ancora si scompone in più indecifrabili forme.
                          
Gatta mia, tu non sarai Bébert e io meno che mai Céline. 
Sono il viaggiatore di un’epoca  indistinta – incontrollata 
disseminazione di eventi – in muta disperazione, privo 
d’orientamento. La tua ritta coda piumosa, per quanto tu
ce la metta tutta,  non è una barra, non indica vie d’uscita
o da intraprendere, mi guida casomai alle tue ciotole 
che io – te lo prometto per l’ennesima volta – m’impegno  
a rifornire sempre di ghiotto cibo – seppure inscatolato. 
  
                       
da Se fosse in te, mia gatta (raccolta inedita)           

Nessun commento:

Posta un commento