mercoledì 21 gennaio 2015

Antonio Colinas

MADRIGALE PER SUPPLICARE LA TUA VOCE

Giace tesa la notte sopra i pini accaldati,
più febbrile è la terra, amore mio.
Anche in autunno sanno le tue labbra nell’ombra.
Parlami a voce bassa, dimmi cos’hai nell’alveo
sonoro delle vene. Se è il pozzo più profondo
della bellezza vergine, io là mi perderò.
È specchio il cielo, cupola soave.
Sulla tua pelle, qui, anche stilla il pino,
lascia il suo denso aroma, la pienezza, la fiamma.
Lungo la costa, amore, la notte passa lenta
con la sua mano d’ombra. E l’aria geme
solitaria fra gli aghi, li commuove e accarezza.
Come ti sfiora il petto, il vento inconsolabile,
col suo profumo, come lo riempie e soffoca!
Ma c’importa del vento? che singhiozzi tra le foglie? 
E importa il puro astro, il sogno della notte?
Se venisse l’inverno tutto bardato d’oro
non calmerebbe, amore, le mie ansie.
Soltanto la tua voce può placare il mio sangue.
La voce: il vento più sottile, il frutto
più maturo e gustoso di quest’autunno acceso.

Traduzione di Francesco Dalessandro

Da Preludios a una noche total, Rialp, Madrid 1969

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