mercoledì 3 settembre 2014

Nicola Dal Falco

SU UNA MOSTRA DI STAMPE GIAPPONESI

stringe l’occhio una visione
a mandorla, né tonda, né quadrata,
quel divenire senza realismo,
che fissa la propria fuga
attraverso il tempo;

ciò che si dipinge è il dopo,
lo vedi dal taglio che amministra
non la prospettiva, ma la sintesi
e alla scena dà un tremore
di slavina;

così la tigre, schiena che s’inarca, 
o l’onda che sale, sale nella vertigine
del monte in modo che tutto sia
movimento, impatto e direzione
dove posare l’attimo preciso 
e vano di uno sguardo

(inedito)

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