lunedì 11 agosto 2014

Kenneth Rexroth

SOLITUDINE

Pensando a te che trabocchi 
di solitudine. Ascoltando la 
tua voce dire dal registratore 
“Solitudine”. La parola, la voce,
stracolma di essa, ed io, 
con te lontana, così perduto 
in essa – perduto in solitudine 
e pena. Nere e insopportabili,
pensandoti con ogni fibra 
della mia carne, in ogni istante 
del giorno e della notte. 
Oh, amore, col tempo,
abbiamo dimenticato l’amore,
sedendo vicini, ma soli.
Abbiamo mangiato insieme, 
ognuno solo dietro il proprio piatto, 
nascondendoci dietro i bambini, 
e insieme abbiamo dormito  
in un letto solitario. Ora a te 
il mio cuore si volge, finalmente 
sveglio, pentito, perduto 
nella solitudine finale. Parla 
con me. Discuti con me. 
Rompi il nero silenzio. Parla 
di un albero pieno di foglie, 
di un uccello che vola, della luna 
nuova al tramonto, di una 
poesia, un libro, una persona – 
tutti i discorsi qualunque 
coi quali la tua voce 
sonora e tranquilla mi cura. 
La parola libertà. La parola pace.


Traduzione di Francesco Dalessandro

Da The complete poems of Kenneth Rexroth, edited by Sam Hamill & Bradford Morrow, Copper Canyon Press, 2003 

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