venerdì 16 maggio 2014

SEGUENDO UN VERSO

Il verso che stiamo seguendo è l’ultimo del perfetto e celebre sonetto del poeta barocco Luis de Góngora (1561-1627): Mientras por competir con tu cabello: un verso che porta all’estremo il vecchio tema del Carpe diem. Il sonetto l’abbiamo letto lunedì in originale, nella traduzione di Leone Traverso e in quella più celebre di Giuseppe Ungaretti. Mercoledì abbiamo letto le versioni di due traduttori più recenti, Loris Pellegrini e Giulia Poggi. Oggi leggeremo un’imitazione e una riscrittura. La prima è del nostro Ciro di Pers (1599-1663), successiva all’originale di alcuni decenni appena. Il verso viene posto a chiusura di uno dei sonetti che costituiscono la sequenza per Lidia, nel quale torna il tema oraziano. La seconda, della messicana Suor Juana Inés De La Cruz (1651-1695), è di un secolo dopo. Guardando un proprio ritratto per osservarvi l’ombra della morte, Suor Juana pronuncia una sentenza. «Il modello torna ad essere Góngora – commenta il poeta catalano Pere Gimferrer –, ma gli allusivi “terra” e  “fumo” sono soppiantati dalla visione diretta del “cadavere”. Maturando, il Barocco diventa più violento, visionario». 
Lunedì prossimo, infine, leggeremo una poesia del poeta spagnolo Eloy Sánchez Rosillo nella quale il verso che stiamo seguendo, a distanza di secoli, subisce una trasformazione. 


CIRO DI PERS IMITA LUIS DE GÓNGORA

Io serbo, Lidia, ancor l’antico stile
poiché in te gli occhi sospirando giro,
ma d’aver sospirato io sol sospiro
per beltà già sì rara et or sì vile.

Nel volto, che dagli anni è fatto un Sile,
i fasti tuoi, le mie sciocchezze ammiro
e rido dentro il cor mentre ti miro
la morte accarezzar col vezzo anile.

Varcato il mezo hai de l’etade, o stolta,
più d’appresso il feretro è che la culla,
ceda l’orgoglio omai, ceda una volta.

Oggi sei vecchia e fosti ier fanciulla,
diman Lachesi ria t’avrà disciolta
in terra in polve in fumo in ombra in nulla.



SUOR JUANA INÉS DE LA CRUZ RISCRIVE LUIS DE GÓNGORA

Este que ves, engaño colorido,
que del arte ostentando los primores,
con falsos silogismos de colores
es cauteloso engaño del sentido;

éste, en quien la lisonja ha pretendido
excusar de lo años los horrores,
y venciendo del tiempo los rigores
triunfar de la vejez y del olvido,

es un vano artificio del cuidado,
es una flor al viento delicada,
es un resguardo inútil para el hado:

es una necia diligencia errada,
es un afán caduco y, bien mirado,
es cadáver, es polvo, es sombra, es nada.


Questo, che vedi, colorato inganno
che dell’arte ostentando le bellezze
con falsi sillogismi di colori
è un inganno dei sensi malizioso;

questo, nel quale la lusinga ha osato
della vecchiaia eludere gli orrori
e sconfiggendo del tempo i rigori
trionfare sugli anni e sull’oblio,

è un artificio vano della cura,
è un fiore molto gracile nel vento,
è un inutile scudo contro il fato:

è una sciocca pazienza delirante,
è un affanno fugace e, a ben guardare,
è cadavere, è polvere, è ombra, è niente.

Traduzione di Roberto Paoli 


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