mercoledì 14 maggio 2014

SEGUENDO UN VERSO

Il verso che stiamo seguendo è l’ultimo del perfetto e celebre sonetto del poeta barocco Luis de Góngora (1561-1627): Mientras por competir con tu cabello: un verso che porta all’estremo il vecchio tema del Carpe diem. Il sonetto l’abbiamo letto lunedì in originale, nella traduzione di Leone Traverso e in quella più celebre di Giuseppe Ungaretti. Oggi leggiamo le versioni di due traduttori più recenti, Loris Pellegrini e Giulia Poggi. Venerdì leggeremo un’imitazione e una riscrittura. La prima è del nostro Ciro di Pers (1599-1663), successiva all’originale di alcuni decenni appena. La seconda, della messicana Suor Juana Inés De La Cruz (1651-1695), è di un secolo dopo. 


Luis de Góngora 

Mentre per gareggiar coi tuoi capelli
L’oro brunito al sol riluce invano;
mentre con sprezzo la tua bianca fronte
si volge al giglio bello in mezzo al piano;

mentre gli sguardi colgono il tuo labbro
quasi fosse garofano novello;
mentre trionfa con disdegno vivo
sul cristallo lucente il collo bello;

godi capelli e fronte, e labbra e collo
prima che quel che fu in tua età dorata
oro e giglio, garofano e cristallo,

muti in argento od in viola estirpata;
non solo, ma ad esso unitamente
in terra, in fumo, in polvere, in ombra, in niente.

Traduzione di Loris Pellegrini


Finché per vincere sui tuoi capelli
l’oro brunito splende al sole invano,
finché sprezzante guarda in mezzo al piano
la tua candida fronte il giglio bello,

finché le labbra inseguono, per coglierle,
più occhi che il garofano precoce,
finché trionfa con sdegnosa luce
sul lucido cristallo il tuo bel collo,

godi collo, capelli, labbra e fronte
prima che quanto fu in giorni dorati
oro, giglio, garofano, cristallo,

non solo argento o viola reclinata
divenga, ma tu insieme a tutto questo
terra, polvere, fumo, ombra, più nulla.

Traduzione di Giulia Poggi

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