lunedì 29 luglio 2013

Constantinos Kavafis

LA FINE DI ANTONIO

Ma quando udì le donne piangere
e lamentare la sua triste condizione,
la signora coi tipici gesti orientali
e le schiave nel loro greco imbarbarito,
gli si riaccese nell’anima l’orgoglio, 
il sangue italico fremette disgustato:
le cose fino allora adorate ciecamente – 
la sfrenata vita alessandrina –
gli apparvero estranee, irrilevanti.
E disse di non piangerlo, che non gli si addicevano          
i lamenti, e era meglio celebrarlo
per il conquistatore ch’era stato,
così ricco di beni e di molto altro.
Era caduto? Non indegnamente,                   
ma da Romano e vinto da un Romano.

Traduzione di Nail Chiodo e Francesco Dalessandro

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