lunedì 24 giugno 2013

Camillo Fonte

LA DAMA CON LO SCIALLE

L’abbrunata sera sorprende
l’esile figura seduta dietro i vetri
a curarsi le unghie.
Il suo sguardo a intervalli spia il sentiero
da cui l’ospite atteso dovrebbe salire.
La solitudine concede
ricordi senza intenzione, permette
che l’ora trascorra ma insinua
un’idea di sconforto nell’attesa.

«Quest’arrivo che attendo,
stagione sempre nuova lo allontana!
Io non so a quale dio
feci offesa che meritasse tanto abbandono
né se questa dimora che divido
coi piccioni e la serva smemorata
mai passi d’uomo la calpesteranno.
Nessuno si spinge così in alto.
Nessun ospite è mai giunto.

Anche il giardino va in malora,
trascurato da tanto. Sugli scogli
il mare s’infrange con antica dedizione
e l’insidia respinge rare navi
che tentano l’attracco.
Invano aspetto l’ospite annunciato
e m’illudo di poterlo riconoscere.

Forse l’arrivo che mi fu promesso
fu il vanto d’un poeta,
una lusinga per la mia intenzione».

L’ora giunge dolente in cui l’attesa
cede al buio – ed è giorno che s’aggiunge.


dalla raccolta inedita L'isola

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