mercoledì 15 maggio 2013

Gerard Manley Hopkins

FELIX RANDAL

Felix Randal il fabbro, è morto allora? tutto compiuto il compito              
mio che ne osservai la tempra d’uomo di forte ossatura e robusta 
bellezza patire, patire fin quando si smarrì la sua ragione 
e i quattro disordini fatali, lì incarnati, tutto si contesero?

Il male lo spezzò. All’inizio imprecò, insofferente, ma avuta
l’estrema unzione e tutto si pentì; il suo cuore era più puro
da mesi, da quando gli offersi il dolce perdono e il riscatto.
Oh, il Signore gli doni il riposo, in qualunque modo egli l’offese.

Assisterli, ci rende gli infermi più cari, e ci rende migliori.
Col labbro t’insegnai il conforto, toccandoti placai le tue lacrime,
le tue lacrime mi toccarono il cuore, Felix, figliolo, povero Felix 
                                                                              / Randal;

com’eri estraneo alla prudenza, allora, in quegli anni tumultuosi, 
quando poderoso fra i tuoi pari alla dura occasionale fucina 
forgiavi per il gran grigio da tiro il suo lucido sandalo battente!

(1880)

da The Poems of Gerard Manley Hopkins, Oxford University Press, 1970 

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