venerdì 29 giugno 2012

Stefania Portaccio


non metto a fuoco

se non all’alba
nel crepitio del lino ereditato
nel lino fragrante, bruciante

avrei dovuto incendiare la casa
e nella pira
le bottigliette di vetro e argento
che sulla toletta della nonna
frangevano la luce meridiana

all’alba m’inalbera un rancore
vado minando la mia terra invasa
vendicando il sopruso

fare tabula rasa
assoldare dei bravi
farla infine pagare

è l’ora, m’alzo – il buon senso gracchia
il suo comando di non guardare indietro
non mettere a fuoco
piuttosto tirare lo sciacquone
assicurarsi del gorgo
accontentarsi dell’acqua

Da La mattina dopo, Passigli, 2011




1 commento:

  1. Mettere a fuoco: incendiare e vedere con chiarezza. Bellezza del senso doppio, del bivio. Come il lino ereditato, "fragrante, bruciante" è la memoria di giovinezza, in cui ci si crogiola ma con dolore. Memoria-rancore. Ma poi il buonsenso gracchia e trasforma il fuoco in acqua, il passato che non passa in flusso. "Accontentarsi dell'acqua". Con quel (conclusivo?) "assicurarsi del gorgo": accertarsi del gorgo, ritrarsi dal gorgo, salvarsi dal gorgo. Bella, Portaccio!
    Stefano Levi Della Torre

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