mercoledì 9 maggio 2012

Silvia Bre


BEATO IL MIO VICINO


Beato il mio vicino che dalle sue finestre
coglie con gli occhi i fiori che io curo,
i colori che veglio dal buio della casa.
Io penso a togliere le foglie secche
a dare l’acqua ai vasi appena serve,
devo sempre patire quando un giorno
vedo che sono morti eternamente.
Per lui sono soltanto vivi, solo belli,
non ha bisogno di saperne i nomi
per imparare come amarli meglio.
Beato lui, il vicino,
che chiama il mio balcone il suo paesaggio
e che di fronte a sé tra strada e cielo
vede distintamente il mio destino.


Da Marmo, Einaudi, 2007

2 commenti:

  1. Molto bello, davvero il brano di Silvia Bre, un raffinatissimo interno gozzaniano visto dall'esterno e assieme quella composta raffinatezza del soggetto che gestisce con attitudine e compiacimento il suo messaggio autentico di colori, di accuratezza e di mezzi toni di luminosità all'interno. Il vicino poi, ha da tener gli occhi sul vivido e rassicurante balcone, non già su una piantina scemata o addirittura morente: perché il messaggio di un destino tocca inespresse sicurezze e vitali proposizioni.

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