venerdì 24 febbraio 2012

Giuliano Goroni


Si aprono usci ad annunzi piccoli
come un dito, non so che sghemba
molestia di me voleva porto
alle pupille materne (quasi un

Aprile d’allora) e senza premura
c’incontra la domenica col giorno
suo, povero e lento come un portico
abbagliato; in alto campane,

le scarpette di biacca e una piazzetta
sotto, forte della chiacchiera senza
speranza. Un minuto si ferma alto

grande e non ha niente dentro, vola
con un più d’eco un trasumanato
motorino oltre le case che gonfiano

d’una sempre vigilia nel petto
e guardano chi va
con la pigra attenzione di chi resta.


Da Stanze della vita, Rotundo, 1988




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