venerdì 18 febbraio 2011

Francesco Tentori

ALLO SPECCHIO

Nulla che tu non sappia è balenato
o è maturato a lungo in questo volto
intento al tuo dal fondo dello specchio
a cui sembra approdato da un errare
che lo vedeva, non è molto, assorto,
smarrito o teso nell’ansia, in un turbine
di speranza e timore, un solo nodo.
Quasi per riconoscerlo, anche tu
figgi nel suo lo sguardo e ti s’interna
nei meandri oltre il vetro disegnati
dal tuo scomporti, essere qui e riflesso
nell’illusione che di vero ha solo,
e lo patisce, il tuo voler rapire
la verità ad un’immagine vana.

Quanto lasciasti della tua persona
lungo le vie della febbre o del sogno,
nella malinconia che ad ogni viaggio
rinasceva dal colmo dell’ebbrezza,
verità colta al fondo dell’esistere
che traluceva ove passavi, ombra
vagante in piazze notturne, scenari
d’irrealtà che fa suoi il solitario,
tutto d’incanto t’auguri ritorni
dai portici che s’aprono profondi
di là dal chiaro schermo cui ti attardi
quasi debba incrinandosi disperdere
quel che sebbene sembri perso è tuo.
Nulla che tu non sappia e non sapessi
già allora che ti trascinava il vento
come spirava, e volgendoti eri
tu stesso chi scorgevi ad un salpare
di vele o nel grido rotto dei treni
lacerante le sere dell’inerme
giovinezza.
                        Che di lì si accomiata,
testimone ostinatosi a durare
nei tratti appena mutati: non fosse
per lo sguardo che stretto da vicino
si distoglie, cerca nell’ombra l’altro.


da Il segreto degli specchi, Poesie 1949 -1994, Biblioteca di Ciminiera, 2005

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