lunedì 10 gennaio 2011

Orazio

VEDI, PER L'ALTA NEVE S'ERGE CANDIDO


Vedi, per l’alta neve s’erge candido
il Soratte, le selve sono oppresse
dal peso che sostengono a fatica,
fermi i ruscelli per il gelo acuto.

Tu metti, metti legna sul fuoco
in abbondanza, Taliarco, e dissolvi
il freddo, versa puro un vino
di quattro anni dall’anfora sabina,

e tutto il resto lascialo agli dèi:
quando hanno abbattuto i venti in lotta
sul ribollente mare né cipressi
né vecchi frassini s’agitano più.

Non chiedere quale domani
t’aspetti e il giorno che la sorte
concede tu segnalo a guadagno;
non sdegnare le danze e i dolci amori:

sei giovane e la querula vecchiaia
è lontana. All’ora fissata le piazze
siano la meta e sul far della notte
i sussurri discreti dei convegni,

il grato riso che l’angolo rivela
dove la tua ragazza si nasconde,
il pegno strappato dal polso
o dal dito che appena resiste.

da Odi,  I, 9


Traduzione di Francesco Dalessandro

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